Il Parco Valpometto rappresenta una delle poche zone del territorio circostante in cui gli animali possono trovare rifugio e protezione. Uccelli, mammiferi, libellule, pesci e molti altri animali trovano in quest'area naturale gli ambienti idonei per sostare durante la migrazione, per riprodursi o per passare l'inverno.
Non è solo la presenza degli ambienti ad attrarre ed ospitare la fauna ma anche la tranquillità e la sicurezza garantite dalla protezione di tutta la superficie del PLIS, resa possibile da semplici ma basilari regole come il divieto di caccia, di fare schiamazzi o di lasciar circolare i cani.
Fino a pochi anni fa gli animali predatori, fossero uccelli o mammiferi, erano considerati e catalogati come 'nocivi' e per questo perseguitati. In nome di questa 'pulizia' sono state estinte o portate al collasso specie preziosissime di rapaci e di grandi carnivori. Eppure, finchè l'uomo non ha alterato l'ambiente, prede e predatori vivevano in un equilibrio perfetto. All'interno del parco è presente la Volpe, eppure in primavera si vedono scorrazzare lepri e fagianotti in gran numero. Certo, in un ambiente dove non esistono alberi, cespugli e erba per nascondersi, un predatore può fare mambassa di tutto ciò che esiste: ma in un ambiente dove gli animali possono rifugiarsi e riprodursi la presenza di un 'cacciatore naturale' rientra nel naturale circolo della vita. Ad essere davvero nocivi, ora, sono le specie introdotte dall'uomo, che si sono sviluppate ed evolute in altri luoghi. Il nostro ambiente non è quindi abituato ed adatto alla loro presenza: ecco perché Nutria e Silvilago, che provengono l'una dal Sud America, l'altra dall'Asia, creano tanti danni scavando le loro tane e mangiando le pianticelle giovani sul terreno. A contenere queste specie deve pensare l'uomo dato che la nostra natura non è in grado di fare da sola.